Quando la velocità massima in città era di 10 km/h
Nel 1902, a fronte del rapido aumento del numero di automobili sulle strade svizzere, la maggior parte dei Cantoni approvò un accordo che fissava alcune regole minime per la circolazione nel Paese. Scopriamo insieme questo testo, antenato dell’odierna legge federale sulla circolazione stradale (LCStr).
Cantone che vai, norme stradali che trovi. Prima del 1902, infatti, i 25 Cantoni svizzeri avevano ciascuno le proprie regole in materia di circolazione stradale. Bisogna ammettere che all’epoca non sembrava necessaria una normativa uniforme, perché gli spostamenti avvenivano prevalentemente in bicicletta, limitando quindi la lunghezza dei viaggi alla resistenza delle gambe. L’automobile, inventata nel 1886, cambiò le carte in tavola; si potevano infatti intraprendere viaggi più lunghi, anche oltre i confini cantonali. Poiché la Confederazione non aveva competenza in materia di circolazione stradale, la maggior parte dei Cantoni si accordò su un numero minimo di regole sancite in un «accordo relativo a un regolamento uniforme per la circolazione di autoveicoli e biciclette sul territorio svizzero». Occorre ricordare anche che il numero di automobili sulle strade elvetiche cominciava ad aumentare: dai pochi esemplari della fine del XIX secolo si passò a 2276 unità nel 1910. Solo alcuni Cantoni opposero resistenza, fra i quali Uri, Turgovia e Grigioni, che non approvarono il testo. Peggio ancora, i Grigioni vietarono del tutto i cosiddetti «veicoli a motore» sul loro territorio.
Tutto in trentatré articoli
L’accordo intercantonale del 1902 si può considerare quindi l’antenato della legge federale sulla circolazione stradale (LCStr), in vigore dal 1958. All’epoca erano sufficienti 33 articoli, e non uno di più, per regolare il traffico stradale, ciclisti compresi. A titolo comparativo, l’attuale LCStr consta di 108 articoli con centinaia di numeri e capoversi, ai quali se ne aggiungono un centinaio dell’ordinanza sulle norme della circolazione stradale (ONC), per non parlare delle numerosissime disposizioni dell’ordinanza concernente le esigenze tecniche per i veicoli stradali (OETV)!
Rispolverare i trentatré articoli dell’accordo intercantonale del 1902 ci riporta indietro nel tempo. L’obbligo di circolare a destra – sancito già allora – è ancora attuale, ma altre regole sono definitivamente relegate al passato. Si pensi in particolare alla necessità di suonare il clacson «con il giusto anticipo» a ogni incrocio e manovra di sorpasso per «avvertire la gente».
Anche le prescrizioni tecniche appartengono a un’altra epoca. Per circolare in Svizzera, le auto dovevano avere soltanto una targa anteriore e posteriore, due freni indipendenti, un clacson e due «lanterne» sul davanti: quella di destra doveva essere bianca, l’altra verde (era ammessa una fascia bianca al centro).
6 km/h in curva e sui ponti
Tuttavia, sono soprattutto i limiti di velocità a risultare antidiluviani. La velocità massima consentita in città era di 10 km/h, o «velocità di un cavallo al trotto». E scendeva addirittura a soli 6 km/h su «ponti, vicoli, strade strette, curve e forti pendenze». In ogni caso, «anche in aperta campagna» non si potevano mai superare i 30 km/h. E comunque, era tecnicamente quasi impossibile sfrecciare a grandi velocità, poche auto superavano i 50 km/h in quel periodo. Louis Chevrolet, pilota svizzero e fondatore del marchio omonimo, nel 1905 stabilì un record raggiungendo i 176 km/h (chilometri lanciati) a bordo di una Darracq 200, ma questo tipo di congegno da 200 cavalli somigliava più a un laboratorio a quattro ruote che a un’automobile. Una Opel 8/9 PS del 1903 con motore da 9 CV arrancava a 45 km/h. A tal proposito, l’accordo del 1902 specificava che il guidatore doveva «avere costantemente sotto controllo la velocità del proprio veicolo». Una valutazione lasciata alla discrezione personale, non essendo previsto alcun esame di guida a verifica delle competenze del conducente. Questo testo primordiale sarà rapidamente sostituito nel 1914 dal concordato su un’ordinanza comune concernente la circolazione di veicoli a motore e cicli, al quale sarà dedicato uno dei prossimi articoli del blog.
Fonte: ETH Zurich Archiv, Bibliothèque de Genève, Louis Chevrolet Watches
Eine mehrteilige Serie über die “Vorfahren” des Strassenverkehrsgesetzes (SVG)
Le leggi evolvono continuamente per adattarsi a nuove realtà. In primavera il Parlamento ha approvato la revisione della legge sulla circolazione stradale (LCStr). Cogliamo l’occasione per fare un tuffo nel passato. Nasceva così nel 1902 un concordato intercantonale, precursore dell’attuale LCStr, primo episodio di una serie di articoli sugli “antenati” dell’attuale legge.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!
Ich habe die Netiquette gelesen. J'ai lu la Netiquette. Ho letto la Netiquette.