La storia di Ken Wallace e di un progetto di ricerca dell’USTRA
Traffico vicino a Winterthur
Nei primi anni ottanta Ken Wallace istituisce lo “Zero Emissions Day”. La sua storia è l’occasione per fare il punto sull’impatto del traffico stradale sull’inquinamento da gas di scarico in Svizzera. Un progetto di ricerca dell’USTRA potrebbe facilitare il controllo del rispetto delle prescrizioni vigenti in materia.
Oggi, 21 settembre, si celebra lo “Zero Emissions Day”. E se non ne avete mai sentito parlare, non preoccupatevi. È perfettamente normale.
Tutto ha inizio nei primi anni ottanta in Canada, nella provincia della Nuova Scozia. Uscito di casa per una passeggiata con la figlia appena nata, Ken Wallace passa accanto a un camion parcheggiato a lato della strada, privo di conducente e con il motore acceso.
L’odore sgradevole dei gas di scarico e la vicina superstrada intasata dal traffico fanno venire a Wallace un’idea: istituire un giorno di pausa dal traffico e dalle emissioni nocive, lo Zero Emissions Day appunto, per sensibilizzare la sua generazione alla problematica dell’inquinamento atmosferico e per consegnare alla generazione di sua figlia un mondo più pulito.
Wallace si attiva con alcuni amici e lancia il suo messaggio attraverso un canale allora ancora agli albori: internet. L’iniziativa, tuttavia, non raccoglie il successo sperato e finisce nel dimenticatoio.
Dopo l’avvento dei social, alcuni gruppi ambientalisti rilanciarono la campagna, la cui portata resta comunque marginale.
L’inquinamento atmosferico oggi
La storia di Wallace e la ricorrenza dello Zero Emissions Day ci permettono di fare il punto sull’inquinamento atmosferico in Svizzera e d’illustrare un’iniziativa dell’USTRA nel campo delle emissioni di gas di scarico.
Secondo l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM), dalla metà degli anni 1950 il traffico stradale è la causa principale delle emissioni di ossido di azoto (55% delle emissioni totali) e una fonte rilevante di polveri fini e fuliggine da diesel cancerogena.
Malgrado il netto incremento del traffico, dal 1990 le emissioni sono diminuite. Ciò è stato reso possibile dalle innovazioni tecniche sui veicoli, dagli inasprimenti delle prescrizioni in materia di gas di scarico e dall’avvento dei filtri antiparticolato. Le emissioni di ossidi di azoto e polveri fini sono però ancora troppo alte.
Rimane dunque fondamentale vegliare sul rispetto delle prescrizioni in materia di gas di scarico sulle nostre strade. Componenti difettosi o manomissioni del veicolo possono, infatti, portare a emissioni superiori al consentito, vanificando gli sforzi profusi a livello legislativo. Perciò l’USTRA ha deciso di testare una nuova procedura di rilevazione.
Test dinamici dei gas di scarico
Nell’ambito di un progetto di ricerca l’USTRA ha incaricato un consorzio di rilevare i valori dei gas di scarico dei veicoli in transito per individuare eventuali componenti difettosi o manipolazioni.
I sistemi diagnostici di bordo (OBD) che equipaggiano i veicoli moderni per monitorare le emissioni rendono sempre più difficile verificare il regolare funzionamento degli impianti di scarico in sede di revisione o controllo. Il progetto di ricerca dell’USTRA è volto a verificare se sia possibile individuare componenti difettosi o manipolazioni anche sui veicoli in movimento.
La cosiddetta procedura di rilevazione RSD («Remote Sensing Detection») misura le emissioni di inquinanti atmosferici sui veicoli a motore in transito durante la circolazione diurna. L’impianto, posizionato a lato strada oppure su un supporto sopra la carreggiata, raffronta i dati rilevati delle emissioni con quelli prescritti, basandosi sulla targa del veicolo e verificando se vi siano significative discrepanze.
Il progetto di ricerca avrà una durata di due anni e i primi risultati dovrebbero essere disponibili nella primavera del 2022.
Il sistema misura le emissioni e le confronta con i dati prescritti per il modello in oggetto